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Paternità 2.0: una nuova narrazione. Il viaggio emotivo e corporeo di diventare padre oggi.

30-05-2025 12:01

Veronica Di Carlo

Spazio Pareimi, paternità, sintonizzazione, trasformazione, relazione, genitori, sfida, viaggio,

Paternità 2.0: una nuova narrazione. Il viaggio emotivo e corporeo di diventare padre oggi.

Negli ultimi decenni, il ruolo del padre ha subito una trasformazione profonda. Da padre normativo a padre affettivo, una nuova narrazione.

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Negli ultimi decenni, il ruolo del padre ha subito una trasformazione profonda. Se un tempo la figura paterna era associata principalmente all’autorità e alla distanza emotiva, oggi assistiamo a un movimento verso una paternità più presente, affettiva e partecipe.


Il padre affettivo sta lentamente prendendo il posto del padre normativo: una vera e propria rivoluzione che coinvolge atteggiamenti, comportamenti e rappresentazioni interne.


È una nuova narrazione, fatta di emozioni autentiche, sfide biologiche e un impegno reale nel costruire legami significativi con i figli e con se stessi.
 

Ma cosa significa, da un punto di vista psicologico, essere padre oggi?

Dal padre simbolico al padre relazionale

In molte teorie psicoanalitiche tradizionali, il padre è stato a lungo identificato come il rappresentante della Legge, della norma e della separazione. Il celebre “No del padre” fungeva da primo limite che insegna al bambino a desiderare.


Tuttavia, questa visione mostra oggi i suoi limiti. La paternità contemporanea si sposta da un asse simbolico-verticale (il padre che impone) a uno più orizzontale e relazionale: il padre che si sintonizza, accompagna e si mette in gioco anche emotivamente.


I cambiamenti non sono solo “superficiali” — dare la pappa, cullare, fare il bagnetto — ma interessano un vero coinvolgimento anche emotivo, che permette all’uomo di abitare la relazione con i figli in modo autentico e presente.
 

È un processo in transizione che porta l’uomo dal ruolo di “padre padrone” a quello che oggi viene spesse definito “mammo”:
 

 

“Uomo che, nella cura dei figli e nella gestione della casa, 

svolge le funzioni che sono state tradizionalmente proprie di una mamma.”  

(Treccani)

 

Questa definizione fa riflettere sulla necessità di prendere in prestito un termine per contenere i cambiamenti in corso, giustificando le espressioni emotive e affettive maschili. Sembra quasi un padre surrogato, che ha bisogno di “prendere in prestito” dall’altro, ma che mostra quanto il ruolo sia ancora poco definito e costruito.
 

Spesso persiste un’aspettativa sociale sottile ma potente: che siano le madri a sapere, gestire, curare e mostrare i sentimenti.
 

“Aiutami a non piangere, 

perché lì fuori non sanno che io piango anche.” 

Condivisione di un padre

 

Eppure, quando un padre si autorizza a esserci davvero — anche senza saper fare tutto — può diventare una figura di grande stabilità affettiva, riflessiva e di ascolto.

Padri e madri: un cambiamento profondo, tra corpo, mente e sentimento

Nella società attuale, il ruolo del padre inizia già durante la gravidanza, quando la relazione di coppia si configura come una relazione di attaccamento. Gli stati emotivi dei genitori sono interconnessi e i padri vivono spesso manifestazioni affettive simili alle madri.
 

Frequentemente anche i padri manifestano disturbi affettivi perinatali, seppur in modo differente rispetto alle madri.
 

Spesso si pensa che gravidanza e post-partum siano “territorio esclusivo” delle madri, ma la realtà è molto più sfumata. Psicologicamente e fisiologicamente, padri e madri condividono molto di più di quanto si immagini.

 

Doverse ricerche (Baldoni & Giannotti, 2020; Cabrera et al., 2018) dimostrano che anche i padri attraversano trasformazioni psicologiche intense, persino cambiamenti ormonali, quasi a “rispecchiare” le madri. Per esempio, il calo del testosterone nei neo-papà favorisce un atteggiamento più empatico e attento all’accudimento.

 

Non è solo questione ormonale: molti padri manifestano sintomi fisici legati alla gravidanza della partner, come nausea o sbalzi d’umore, fenomeno noto come sindrome della couvade. Questi segnali, spesso sottovalutati, raccontano un coinvolgimento corporeo reale, che lega profondamente genitori e figli fin dalla gestazione.

Un parallelo anche sul piano psicologico

Dal punto di vista emotivo, padri e madri condividono spesso paure, ansie e aspettative simili: la paura di non essere all’altezza, il senso di responsabilità verso la nuova vita, il timore di perdere la propria identità o di vedere mutare la relazione di coppia.

 

Mangialavori et al. (2021) hanno evidenziato come molti padri attraversino un disagio psicologico perinatale, con rischi di depressione e ansia che possono influire sull’intera famiglia. Tuttavia, queste manifestazioni (PPND – Paternal Perinatal Depression) tendono ad essere meno riconosciute e trattate rispetto a quello materno, a causa di insufficienti strumenti di screening e valutazione costruiti e validati sul ruolo paterno e della difficoltà ad identificare correttamente i sintomi. Sembrerebbe infatti che gli uomini tendano a manifestare sintomi esternalizzati, come ansia, somatizzazione, comportamenti aggressivi o uso di sostanze e alcool. Tutto ciò lascia spesso i padri e le famiglie senza il giusto supporto.

Attaccamento ed eredità

L’attaccamento tra padre e figlio ha guadagnato attenzione negli ultimi anni, superando l’idea che solo la madre sia il principale attaccamento. I padri sviluppano un legame affettivo profondo e specifico, fondamentale per lo sviluppo emotivo del bambino (Sroufe, 2005).

 

Dal punto di vista psicodinamico, i “fantasmi nella stanza del bambino” — vissuti e modelli relazionali interiorizzati nell’infanzia — influenzano come un genitore si rapporta al proprio ruolo (Fraiberg, 1987), attivando paure inconsce, ansie o ripetizioni di dinamiche familiari.

 

Diventare padre può far emergere parti della propria storia irrisolta: vecchie ferite, assenze, modelli freddi o svalutanti. Chi si sta approcciando a questo nuovo ruolo senza aver avuto un genitore presente o emotivamente disponibile può sentirsi disorientato, ma qui può nascere uno spazio per la trasformazione.

 

Riconoscere questi aspetti permette di lavorare in profondità, aiutando i padri a trasformare i propri vissuti e costruire un attaccamento sicuro, che sostiene non solo il bambino, ma anche il loro benessere psicologico (Bowlby, 1988; Fonagy, 2003).

 

La psicoterapia può diventare un luogo di elaborazione e riscrittura di ciò che si è ricevuto, per essere padri in modo diverso.

 

“L’uomo riconciliato non è né l’uomo invertebrato 

né l’uomo duro incapace di esprimere i propri sentimenti. 

È colui che ha trovato il padre e ritrovato la madre, 

vale a dire che è diventato uomo senza ferire il proprio femminile-materno.” 

(Badinter, 1993)

Conclusioni: la bellezza fragile di un ruolo in cambiamento

Padri e madri vivono una trasformazione profonda che coinvolge corpo e mente. Riconoscere e valorizzare le somiglianze nelle loro esperienze è il primo passo per costruire famiglie più equilibrate, dove il ruolo paterno non è un accessorio, ma un membro attivo e presente.

 

La paternità oggi invita a riscrivere vecchi schemi, accogliendo nuove emozioni e sfide, insieme.

 

Un viaggio complesso, fatto di emozioni nuove, cambiamenti biologici e sfide sociali.


Bibliografia

Badinter, E. (1993). L’identità maschile. Milano: Longanesi & C.

 

Baldoni, F. (2022, dicembre 3–4). Il padre nel periodo perinatale: Aspetti antropologici, attaccamento familiare e psicopatologia [Intervento a congresso]. Congresso Internazionale Psicologia Perinatale – ASIPP, Nuovi scenari della paternità tra il noto e l’ignoto. Milano.

 

Baldoni, F., & Giannotti, M. (2020). Perinatal distress in fathers: Toward a gender-based screening of paternal perinatal depressive and affective disorders. Frontiers in Psychology, 11, 1892. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2020.01892

 

Bowlby, J. (1989). Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Milano: Raffaello Cortina.

 

Cabrera, N. J., Volling, B. L., & Barr, R. (2018). Fathers are Parents, Too! Widening the Lens on Parenting for Children’s Development. Child Development Perspectives, 12(3), 152–157. https://doi.org/10.1111/cdep.12275

 

Congia, G. (2022, dicembre 3–4). Riflessioni sulla paternità attraverso il linguaggio e l’immaginario collettivo [Intervento a congresso]. Congresso Internazionale di Psicologia Perinatale – ASIPP, Nuovi scenari della paternità tra il noto e l’ignoto. Milano.

 

Fonagy, P., & Target, M. (2003). Il modello di Fonagy e Target della mentalizzazione. In Psicopatologia evolutiva. Le teorie psicoanalitiche (pp. 339-354). Milano: Raffaello Cortina.

 

Fraiberg, S., Adelson, E., & Shapiro, V. (1975). Ghosts in the Nursery: A Psychoanalytic Approach to the Problems of Impaired Infant-Mother Relationships. Journal of the American Academy of Child Psychiatry, 14(3), 387–421.

 

Mangialavori, S., Giannotti, M., Cacioppo, M., Spelzini, F., & Baldoni, F. (2022). Screening for early signs of paternal perinatal affective disorder in expectant fathers: A cluster analysis approach. Journal of Personalized Medicine, 12(1), Article 10. https://doi.org/10.3390/jpm12010010

 

Quilici, M. (a cura di) (2017). Padri che cambiano. 1° rapporto sulla paternità in Italia. Dipartimento Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre e ISP Istituto di Studi sulla Paternità.

 

Treccani. Mammo. In Vocabolario Treccani online. Recuperato il 17 maggio 2025 da https://www.treccani.it/vocabolario/mammo/

 

Veronica Di Carlo

PSICOLOGA & PSICOTERAPEUTA

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