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Quando sale la FOMO. La paura di perdere l’essenziale per inseguire l’irreale

02-05-2023 15:25

Veronica Di Carlo

Spazio Pareimi,

Fomo

“Anche se sono stanchissima devo uscire ogni giorno, se no mi perdo qualcosa”

Fomo

L’estate scorsa l’ho passata tutta in FOMO, avevo una voglia incontenibile di mangiarmi le serate, le persone, e nello stesso tempo la paura di perdermi la festa o l’incontro che avrebbe potuto cambiarmi la vita. Ero sempre in giro e stanchissimo” (Tananai, Vanity Fair, 2022).                                                                              

Anche se sono stanchissima devo uscire ogni giorno, se no mi perdo qualcosa. Un giorno eravamo a New York e siamo tornati in hotel tardissimo, all’una di notte. Thomas mi chiede di uscire, ma ero cotta. Ero a letto, alle due mi manda un messaggio e mi dice che è a casa di Madonna. Mi ha fatto salire la FoMo!” (Victoria Måneskin, Radio Deejay, 2022).

 


Fomo, fear of missing out, è un termine introdotto negli anni 2000 per indicare emozioni negative di ansia, depressione, tristezza che si provano nel non partecipare ad attività o esperienze che coinvolgono persone conosciute, per la paura di sentirsi escluso o di perdersi qualcosa di importante. Tali vissuti sono legati all’idea che gli altri possano sperimentare esperienze migliori delle proprie, portando alla conseguente necessità e desiderio di essere sempre connessi con il mondo attraverso i social. 


Postare foto e storie, controllare i commenti sotto il proprio post, non riuscire a non aprire le notifiche di whatsapp, sono solo alcuni esempi di come ci senta se ci “sale la Fomo”. 

 


Alla base di questi comportamenti sembra poter esserci il bisogno di appartenere a un gruppo sociale e sentirsi parte di qualcosa. Appartenere ci consente di soddisfare un bisogno legato alla nostra sopravvivenza.


Secondo la piramide di Maslow si evidenzia come per l’essere umano ci siano dei bisogni basilari, necessari alla sopravvivenza, come quelli fisiologici e di sicurezza, di appartenenza sociale e stima, e dei bisogni secondari, legati all’autorealizzazione personale. Il bisogno di appartenenza sociale ci consente di sperimentare la possibilità di fare parte di un gruppo, il che consente di definire e strutturare la nostra identità sociale, e di conseguenza la nostra identità personale.


Essere tagliati fuori genera quindi stress e malessere psicologico, che nel caso della Fomo cerca di essere gestito con l’uso dei social o con l’over scheduling, che porta le persone a essere sempre più stanche, desiderose di non perdersi nulla e di essere sempre parte del contesto social.


Il meccanismo dei social network è molto simile a quello che succede quando si vive un’esperienza piacevole: un like o un commento positivo determina l’aumento della dopamina, generando benessere, motivazione, euforia nel nostro corpo. Tale meccanismo definito di rewarding porta la persona a voler sperimentare sempre di più la stessa sensazione, determinando, in alcuni casi, dipendenza.


Studi recenti hanno dimostrato che la Fomo può influire sulla nostra capacità di concentrazione, generando difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito per lungo tempo o a riprendere ciò che si stava facendo prima di controllare il telefono. Questo fenomeno è noto come switching costs.


Per affrontare questa situazione possono essere messe in campo diverse azioni o strategie:

  • limitare l’uso dei social network impostando dei limiti di tempo. Ciò può aiutare a ridurre l’ansia legata alla Fomo;
  • lavorare sulle proprie aspettative legate al successo del post\storia;
  • svolgere attività offline che possano aiutare a scaricare, come leggere un libro, fare una passeggiata o praticare uno sport. Ciò può aiutare a distrarsi dalla Fomo e a rilassarsi;
  • essere concentrati sulle proprie emozioni specifiche focalizzandosi sul momento presente. Imparare a vivere il momento presente può aiutare a godere di ciò che si sta facendo senza preoccuparsi di ciò che si sta perdendo sui social network.

 

Probabilmente però, il modo migliore di gestire gli stati d’animo di tristezza, ansia, paura di non appartenere o difficoltà a stare lontano dallo smartphone potrebbe essere quello di rivolgersi a uno specialista che possa aiutare a identificare cosa ci spinge a comportarci in questo modo. Il nostro approccio è volto a cogliere l’origine del comportamento, comprendendo le motivazioni profonde, che sono specifiche di ognuno di noi e della nostra soggettività.


Bibliografia

American Psychological Association. March 6, 2023, from https://psycnet.apa.org/record/2020-58132-001

 

Baroni, D. D. (2021, June 10).  La Paura di essere disconnessi. Cosa è la fear of missing out (FOMO). IPSICO, Firenze. 

 

Retrieved March 6, 2023, from https://www.ipsico.it/news/la-paura-di-essere-disconnessi-cosa-e-la-fear-of-missing-out-fomo/

 

Elhai JD, Yang H, Montag C. Fear of missing out (FOMO): overview, theoretical underpinnings, and literature review on relations with severity of negative affectivity and problematic technology use. Braz J Psychiatry. 2021 Mar-Apr;43(2):203-209. doi: 10.1590/1516-4446-2020-0870. PMID: 32401865; PMCID: PMC8023172.

 

Forbes Magazine. (2023, January 23). The psychology behind the fear of missing out (FOMO). Forbes. Retrieved March 6, 2023, from https://www.forbes.com/health/mind/the-psychology-behind-fomo/

 

Maslow, A. H. (1977). Motivazione e personalità. Armando.

 

Immagine da Freepik

 

 

Veronica Di Carlo

PSICOLOGA & PSICOTERAPEUTA

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