
“Picnic all’inferno
Mangio plastica e cemento
Siamo carne per avvoltoi
Che gira e gira siamo sempre noi
Picnic all’inferno
Siamo cotti a fuoco lento”
Picnic all’Inferno, Piero Pelù, 2019
Secondo l’American Psychological Association, la più grande organizzazione professionale e scientifica degli psicologi negli Stati Uniti, il termine Ecoansia si riferisce alla paura cronica del disastro ambientale, unita alla preoccupazione per il proprio futuro. Mentre la preoccupazione per l’ambiente può generare comportamenti volti all’essere più sostenibili, l’ecoansia pone l’accento sulle conseguenze psicologiche dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, della perdita di biodiversità e di habitat naturali.
Cosa si prova?
Dal punto di vista scientifico l’ecoansia non rientra ancora in un disturbo identificato, è tuttavia possibile individuare alcune emozioni\manifestazioni generali – come tristezza, impotenza, disperazione, paura, vergogna – o sintomi specifici associati:
- Rabbia verso le generazioni passate che hanno contribuito allo stato attuale della crisi climatica, ma anche rabbia verso coloro che negano l’esistenza del problema e non si preoccupano di cambiare il proprio comportamento. Ciò può portare nella vita di tutti i giorni a difficoltà nel relazionarsi con chi non affronta il problema;
- Senso di colpa generato dalla consapevolezza di contribuire all’inquinamento globale nonostante si attuino comportamenti volti a limitarlo. Tale vissuto può portare a prendere delle decisioni rispetto alla propria vita molto importanti, come ad esempio non fare figli, non studiare o non acquistare una casa;
- Crisi di ansia che si manifestano nel momento in cui si parla o si affrontano temi legati alla crisi ambientale e alle conseguenze che stiamo vivendo. Spesso tali momenti sono accompagnati da senso di impotenza e disperazione rispetto al fatto di non poter fare nulla;
- Solastalgia, termine coniato dal filosofo Glenn Albrecht (2016), derivante dal latino solacium (“conforto”) e algia (“dolore”), si riferisce a un vissuto di malessere pervasivo che si manifesta quando l’ambiente che ci circonda è stato abbandonato, violato o distrutto. La solastalgia viene inoltre definita come “la nostalgia di casa che si prova quando si è ancora a casa”.
Questi fattori possono inoltre contribuire all’emergere di disturbi del sonno, depressione, dipendenza da sostanze e disturbi alimentari. È ormai noto quanto l’esperienza di vivere in uno stato continuo di stress contribuisca ad alterare il sistema immunitario e quindi la nostra salute fisica e mentale. Gli effetti possono essere anche di tipo sociale, impattando sulla sfera relazionale ed economica, generando comportamenti aggressivi, determinando la possibilità di potersi incontrare, interagire o avere a disposizione le stesse risorse economiche. Chi affronta catastrofi meteorologiche può infatti ritrovarsi improvvisamente senza casa, lavoro o nessun tipo di bene. Per tale ragione si può parlare anche di Disturbo Post-Traumatico da Stress correlato al cambiamento climatico.
Ne soffriamo tutti?
La reazione all’emergenza climatica non è tuttavia uguale in tutti, la risposta a tali eventi è infatti influenzata da molteplici fattori: la personalità, le risorse sociali ed economiche, l’esperienza, la vulnerabilità; vi sono fattori diretti – come il Disturbo Post-Traumatico da Stress legato all’aver vissuto esperienza di forte stress emotivo – e indiretti.

I giovani a partire dai 15\16 anni fino ad arrivare ai 30\35 sono le persone maggiormente colpite. Da uno studio condotto da Hitman e collaboratori (2021) sul The Lancet Planetary Health su migliaia di ragazzi tra i 16 e i 25 anni, il 59% ha dichiarato di essere estremamente preoccupato per il cambiamento climatico. Il 45% ha inoltre affermato di vivere stati di ansia che impattano direttamente la vita quotidiana in attività come mangiare, studiare o dormire. Tali aspetti rientrano nelle principali attività di un ragazzo di quell’età e ciò ci fa comprendere come i vissuti provati rispetto al cambiamento climatico siano un problema attuale, reale e concreto, che impatta sulle scelte quotidiane.
Le generazioni più adulte tendono invece a mostrare reazioni di negazione o svalutazione del problema. Ciò può essere legato alla cosiddetta distanza psicologica, intesa come la distanza che si avverte tra sé e un qualche oggetto o evento. La percezione che il problema è lontano da noi non avendoci toccato ancora direttamente consente di non avvertire il pericolo o sentirlo come molto distante, sia a livello temporale sia a livello geografico. Allo stesso tempo però, entrare velocemente in contatto con le emozioni generate dalla situazione, può determinare il nascere di emozioni così intense da portare a vivere ansia estrema o anche depressione grave.
Non sono solo i cambiamenti climatici che mi angosciano, ma noi, la nostra umanità.
Cosa diventeremo?
Siccità, Paolo Virzì, 2022
Cosa fare allora?
Di fronte a tale fenomeno è quindi importante non isolarsi ma condividere le proprie preoccupazioni, informarsi, focalizzarsi su pensieri e azioni positive (come ad esempio attuare comportamenti ecosostenibili), in modo da aumentare il senso di efficacia personale e di controllo.
Il cambiamento climatico e le conseguenze a esso correlate sono ad oggi la sfida più grande che ci si trovi ad affrontare come esseri umani. L’utilizzo di un approccio che abbracci e tenga conto di tutti gli aspetti coinvolti è senza dubbio il più efficace a trasformare una sensazione di disperazione in un motore di cambiamento collettivo e personale. Rivolgersi a un professionista e chiedere aiuto a uno psicologo o psicoterapeuta può aiutare a trovare nuovi strumenti per migliorare il proprio stato psico-fisico e a sentirsi meno soli.
Bibliografia
Albrecht, Glenn. 2016. ‘Solastalgia’: a new concept in health and identity. Monash University. Journal contribution. Disponibile su https://doi.org/10.4225/03/584f410704696
American Psychological Association, EcoAmerica & Climate for Health. Marzo 2017. Mental Health and Our Changing Climate: Impacts, Implications and Guidance. Disponibile su APA: Mental health climate.pdf
Hickman C, Marks E, Pihkala P, Clayton S, Lewandowski RE, Mayall EE, Wray B, Mellor C, van Susteren L. Dicembre 2021. Climate anxiety in children and young people and their beliefs about government responses to climate change: a global survey. Lancet Planet Health. 5(12):e863-e873. Disponibile su: https://doi.org/10.1016/S2542-5196(21)00278-3
Innocenti, Matteo. 2022. Ecoansia: I cambiamenti climatici tra attivismo e paura. Edizioni Centro Studi Erickson
Pihkala, Panu. 2020. Anxiety and the Ecological Crisis: An Analysis of Eco-Anxiety and Climate Anxiety. Sustainability 12, no. 19: 7836. Disponibile su https://doi.org/10.3390/su12197836
Thomas Doherty, Ashlee Cunsolo. Aprile 2021. Speaking of Psychology Podcast 138: How to cope with climate anxiety. American Psychological Association. Disponibile su https://www.apa.org/news/podcasts/speaking-of-psychology/eco-anxiety
Foto di Erica Gerosa